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Taxation and Customs Union

IVA per l'Economia basata sulle Piattaforme Digitali

L’8 dicembre 2022, la Commissione europea ha proposto una serie di misure per modernizzare il sistema dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) dell’UE. Le nuove misure introdurranno una maggiore parità di condizioni tra i servizi ricettivi a breve termine online e quelli tradizionali. 

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Negli ultimi anni si è assistito a un boom dell’economia basata sulle piattaforme digitali, che fungono da intermediari tra i fornitori di determinati servizi e i consumatori. In base alle attuali norme sull’IVA, sono i fornitori di servizi all’origine, ad esempio la persona che affitta un appartamento, a dover riscuotere e versare l’IVA alle autorità fiscali.

Tuttavia, molti di questi fornitori che stanno alla base, siano essi persone fisiche o piccole imprese, non sanno che potrebbero essere soggetti all’IVA sui servizi che offrono. Anche quando ne sono consapevoli, può essere difficile informarsi in merito al sistema dell’IVA e adempiere ai propri obblighi in materia.

Allo stesso tempo, le economie di scala e il gran numero di utenti di queste piattaforme, in particolare nel settore ricettivo e in quello del trasporto passeggeri, fanno sì che questi fornitori siano ora in concorrenza diretta con i tradizionali fornitori titolari di partita IVA, come gli hotel e le società di trasporto private.

E come funzionerà in pratica?

In base alle attuali norme sull’IVA, un albergo di una grande città europea, ad esempio, deve affrontare la concorrenza di una piattaforma che può agevolare migliaia di annunci nella stessa città, molti dei quali non sono tassati.

Le nuove norme proposte chiariscono definitivamente che l’affitto a breve termine di alloggi non è esente da IVA nell’UE e che le piattaforme di intermediazione, nel settore ricettivo a breve termine e in quello del trasporto passeggeri, devono garantire la riscossione e la rimessa dell’IVA sulle vendite che agevolano quando il fornitore all’origine non lo ha fatto, ad esempio perché è una piccola impresa o un singolo fornitore. Ciò eliminerà l’attuale disparità in materia di IVA che colpiva gli operatori tradizionali di questi settori.

Inoltre, le stime indicano che questo semplice cambiamento dovrebbe portare fino a 6,6 miliardi di euro all’anno di entrate IVA aggiuntive per gli Stati membri nei prossimi dieci anni. Disposizioni simili sono già in vigore in altre parti del mondo, come ad esempio in Canada, e funzionano senza problemi. Parallelamente, standardizzando le informazioni da fornire alle autorità, le piattaforme stesse risparmieranno collettivamente 48 milioni di euro all’anno nello stesso periodo di 10 anni.

Ne beneficeranno anche le PMI che affittano immobili in un altro Stato membro attraverso una piattaforma online e che potrebbero essere tenute a registrarsi e ad addebitare l’IVA in quello Stato membro. In base alle nuove norme, la piattaforma potrà contabilizzare l’IVA per conto della PMI.

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